MANIFESTO


L'Assurdo non è un'avanguardia, ma una retroguardia.

Crediamo di essere di fronte a un cambiamento epocale: il disfacimento delle strutture cognitive che abbiamo conosciuto negli ultimi millenni, delle formae mentis che, con una lenta e costante evoluzione, ci hanno portato ad essere ciò che siamo, o meglio ciò che eravamo.
Crediamo che questo disfacimento abbia iniziato a manifestarsi nell'empireo della cultura otto-novecentesca e che sia giunto, grazie a un processo socialmente necessario, a toccare ogni aspetto della vita odierna.
Il verso libero, Deridda, Picasso, l'abbandono della ricerca ontologica in filosofia, la relativizzazione della religione, la disarmonia in musica, la nouvelle cuisine, la lenta e costante distruzione delle auctoritates in ogni campo: le destrutturazione dell'arte e del pensiero "alto" è stata la prima tappa (o meglio la prima avvisaglia) di uno dei più grandi cambiamenti nella storia dell'uomo.
I popoli che si sono succeduti in ogni luogo e in ogni tempo, finora, hanno portato con sé delle verità, dei valori, dei punti fermi capaci di guidare la vita, la visione del mondo e i giudizi degli appartenenti ad ogni comunità.
I popoli del passato, in poche parole, hanno sempre avuto un'identità.
Oggi abbiamo distrutto tutte le verità, delegittimato ogni valore e perso qualsiasi punto fermo. Siamo il primo popolo privo di identità, il primo popolo di una nuova preistoria.

L'ASSURDO NON INTENDE IN ALCUN MODO FORMULARE GIUDIZI SU QUESTI PROCESSI SOCIALI. In virtù di quanto abbiamo detto non ci è possibile, e non siamo tanto supponenti da credere di poter guardare la storia dall'alto: per questo ci muoveremo sempre e comunque senza nessuna pretesa critica, senza alcun anelito di cambiamento.
Quel che intendiamo fare è dedicarci a un'arte e a un pensiero in grado di rispecchiare questo nuovo mondo: un'arte e un pensiero che facciano a meno dei legami logici e semantici, dei nessi e delle circostanze, dei significati culturali e dei pregiudizi sociali.
Un'arte e un pensiero primordiali e ingenui, crudeli e creativi come un uomo di Neanderthal in un centro commerciale.

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